Il montascala non c’è, disabile bloccata in casa
Si sente «agli arresti domiciliari» ma non ha commesso nessun reato. Antonella Bortolan vive sulla sedia a rotelle dalla nascita e si ritrova praticamente prigioniera in casa sua a causa della...
Si sente «agli arresti domiciliari» ma non ha commesso nessun reato. Antonella Bortolan vive sulla sedia a rotelle dalla nascita e si ritrova praticamente prigioniera in casa sua a causa della mancanza di un montascale nell'alloggio Ater che ha acquistato nel 2010 insieme al marito proprio con l'obiettivo di andare a viverci insieme. «Abbiamo fatto più di un sopralluogo e ci avevano assicurato che avremmo potuto installare un montascale» spiega, «mi ero premurata di chiederlo più volte perché la casa è al terzo piano e quindi per me era una prerogativa fondamentale». Alla verifica dei requisiti, però, sembra che la soluzione del montascale sia impraticabile a causa della dimensione della tromba delle scale e altre soluzioni come l'elevatore esterno sono molto costose. Gli sposini si sono quindi rivolti alla Confederazione nazionale inquilini associati e insieme al sindacato chiedono all'Ater di poter “scambiare” l'appartamento con un'abitazione idonea alla disabilità della giovane. «Si sono rivolti anche a un legale ma prima di procedere abbiamo suggerito di appellarsi al buon senso» spiega Giancarlo Cantelli, segretario provinciale del Conia, «la soluzione più semplice sarebbe quella di dar loro un appartamento a cui Antonella possa accedere eventualmente pagando per una metratura maggiore».
da il Mattino di Padova
Si sente «agli arresti domiciliari» ma non ha commesso nessun reato. Antonella Bortolan vive sulla sedia a rotelle dalla nascita e si ritrova praticamente prigioniera in casa sua a causa della...
Si sente «agli arresti domiciliari» ma non ha commesso nessun reato. Antonella Bortolan vive sulla sedia a rotelle dalla nascita e si ritrova praticamente prigioniera in casa sua a causa della mancanza di un montascale nell'alloggio Ater che ha acquistato nel 2010 insieme al marito proprio con l'obiettivo di andare a viverci insieme. «Abbiamo fatto più di un sopralluogo e ci avevano assicurato che avremmo potuto installare un montascale» spiega, «mi ero premurata di chiederlo più volte perché la casa è al terzo piano e quindi per me era una prerogativa fondamentale». Alla verifica dei requisiti, però, sembra che la soluzione del montascale sia impraticabile a causa della dimensione della tromba delle scale e altre soluzioni come l'elevatore esterno sono molto costose. Gli sposini si sono quindi rivolti alla Confederazione nazionale inquilini associati e insieme al sindacato chiedono all'Ater di poter “scambiare” l'appartamento con un'abitazione idonea alla disabilità della giovane. «Si sono rivolti anche a un legale ma prima di procedere abbiamo suggerito di appellarsi al buon senso» spiega Giancarlo Cantelli, segretario provinciale del Conia, «la soluzione più semplice sarebbe quella di dar loro un appartamento a cui Antonella possa accedere eventualmente pagando per una metratura maggiore».
da il Mattino di Padova